Doppia battaglia

Maggio 2016 , 38 anni , 5′ mese di gravidanza, la mia seconda gravidanza.
Tutto andava bene, molto bene. Il bimbo cresceva ed anche gli ultimi esami ecografici ne erano una conferma.
Ero felicissima ,un secondo bimbo in arrivo,voluto ,desiderato e subito arrivato.
Ero al settimo cielo.
Le settimane passavano, i giorni volavano eppure mi accorgevo che era una gravidanza diversa rispetto alla prima.
La stanchezza diventava sempre più insistente, in gravidanza ci può stare mi dicevo.
Poi però c’era lei la tosse, una tosse fastidiosa trascinata da dicembre curata per bronchite e mai debellata.
Qualcosa non andava.
20′ settimane di gestazione esami del sangue: Emoglobina 8.9.
Carenza di ferro per il mio ginecologo.
Appuntamento presso il centro di ematologia di Chieti per fare delle flebo di ferro.
In ospedale, la dottoressa che mi accolse, capì subito dagli esami del sangue che c’era molto di più di una semplice carenza di ferro.
Una settimana e feci una serie di controlli tra cui l’eco addome.
Allungata sul lettino ,in attesa, mille i pensieri che attraversavano la mente.
Adenomegalie addominali.
Un pugno nello stomaco, un colpo al cuore, stordita, in panico.
Quella che doveva essere la mia seconda gioia si stava trasformando in un vero e proprio incubo.
I pensieri che affollavano la mia mente non mi davano tregua.
Una diagnosi non era possibile farla:
Ero in gravidanza, niente risonanza, niente TAC,niente pet, niente biopsie ( non avevo nessun linfonodo superficiale )nulla mi era possibile eseguire tranne una biopsia ossea.
9 maggio 2016 Ospedale Santo Spirito di Pescara ,reparto di ematologia ,day hospital : ecco che qui ha inizio il mio percorso.
Nei giorni precedenti la mia vita si era fermata, qualcuno aveva schiacciato il tasto pausa, non ero più capace di pensare ,mi sentivo in balia dell’ansia.
Non avevo idea di cosa mi stesse accadendo, non ero più al timone della mia vita: un tradimento.
Tradita dal mio corpo, non avevo più certezze.
Ma proprio quando tutto sembrava senza via d’uscita ,nel buio totale, ho incontrato la speranza,il faro nella notte ,colui che mi ha seguita non solo come medico ma anche come aiuto morale.
Pochissimi giorni di sconforto e poi su impiedi pronta a combattere contro quel nemico sconosciuto.
Due mesi ancora senza conoscere l’avversario.
La gravidanza proseguiva bene,la malattia camminava, ogni parola un colpo di tosse ,ma ero in ottime mani,seguita costantemente, monitorata.
Avevo fiducia ,non chiedevo nulla, non volevo sapere.
30′ settimana di gravidanza ,primi di luglio: nasce mio figlio, una gioia infinita, il mio piccolo ce l’aveva fatta!
Toccava a me!
Immediatamente pet tac e finalmente la diagnosi: linfoma di Hodking IV stadio. Tempo una settimana e inizio la chemio.
Fino alla fine ho sperato in un’altra cura ,il terrore di perdere i capelli mi faceva impazzire più della terapia stessa.
Perfezionata, attenta ai particolari andavo incontro ad un cambiamento fisico drastico.
Non è stato facile convivere con il cappellino che, pur abbinandolo agli abiti, mi riportava con i piedi per terra.
Continuare la mia quotidianità e vivere intensamente i giorni è stata la scelta che ho fatto, la migliore ,per non cadere nel baratro.
Vedevo le mie chemio semplicemente come appuntamenti a scadenza.
Una giornata da trascorrere in compagnia di belle persone che come me difendevano a brutto muso la propria vita.
I momenti difficili non sono mancati ,più psicologici che fisici ,ma quando hai accanto chi ti da l’energia per continuare la tua battaglia tutto è più superabile.
Avere mio marito, il mio più grande sostenitore,è stato ossigeno per me.
E poi c’erano loro i miei bimbi ,nei loro occhi rifletteva la mia immagine . Non potevo permettermi una sconfitta ,non potevo e soprattutto non volevo.
La vita doveva assolutamente continuare ed io non avevo intenzione di buttar via nessun minuto della mia giornata e darla vinta a colui che aveva deciso da un giorno all’altro di distruggermi.
I miei giorni erano paragonabili ai giochi virtuali dove la lotta agli obiettivi porta alla vittoria.
Dopo 6 mesi di gioco duro ho vinto io, sconfitto il rivale e meritato la vittoria.
Contrastare l’avversario con convinzione senza dargli mai la possibilità di essere più forte è stata un ‘arma vincente.
Dopo ogni tempesta,dopo ogni uragano, dopo tanta sofferenza la luce arriva.
La mente resterà per sempre piena di ricordi ,il corpo rimarrà segnato e le paure non ti abbandoneranno del tutto, ma il sole finalmente torna a splendere.
La vita corre troppo velocemente e non ti aspetta.
Bisogna starle dietro viverla intensamente e non dare nulla per scontato.
Oggi mi sono ripresa ciò che avevo lasciato!
Amate la vita!

E.M.

2 pensieri su “Doppia battaglia

  1. Elvima Autore dell'articoloRispondi

    Hai perfettamente ragione!!!

    A volte, per non dire troppo spesso, abbiamo anche la convinzione che le cose accadono sempre e solo agli altri.
    Io avevo questa certezza, mi sentivo forte e intoccabile,ma non è stato così!!!!
    Inizialmente ho vissuto la mia malattia come un enorme tradimento ma poi ti rendi conto che fa parte di questo grande viaggio che il viaggio della vita.
    Un lungo viaggio paragonabile a quelli che si fanno in autostrada dove ci sono ingorghi,traffico e ritardi.
    Il mio Linfoma è stato un piccolo,grande imprevisto!!!!

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