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Sai che flash quando nomini la carta argentata… Ogni volta che guardo la cicatrice del cvc sul petto di Gabriele sono grata a non so chi precisamente. Forse al Dio che non avevo mai veramente pregato fino ad allora… Forse al destino.. forse alla scienza o al medico che soffriva e gioiava con noi.
Leggendo la tua storia…ci ho messo pochi attimi a capire che a scriverla fossi stato tu: quella stessa persona che per prima mi ha aiutato a capire quello che di lì a poco sarebbe stato il mio percorso.
Leggendo le tue righe ripenso ai singoli momenti che ci accomunano…l’attesa della prossima giornata dedicata alle infusioni, la paura e lo sgomento nei confronti del “nuovo”….
Credo che la cosa più vera sia quella di aver ricevuto un compito: ricambiare il regalo che tu hai fatto a me! Aiutare gli altri ad affrontare la malattia con fiducia e speranza.
Il mio Dottore mi ha aiutato in tutto il resto: io ho avuto sempre fiducia in lui ed un rispetto infinito per come sopravviva ad un lavoro tanto intenso e duro.
Con poche righe, hai riassunto tutto quello che c’è da sapere sul volontariato. Sono del parere che nel nostro piccolo, se possiamo restituire anche solo due giorni di tranquillità ad un malato, non avremo fallito il nostro obiettivo.
Grazie :*